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220° Anniversario del Rito Scozzese Antico ed Accettato: intervista al Dott. Alfio Manoli

  • Immagine del redattore: Tommaso Garofalo
    Tommaso Garofalo
  • 3 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 4 lug

In occasione del 220° anniversario della costituzione del Supremo Consiglio di Rito Scozzese Antico e Accettato per l’Italia 1805, si sono celebrate nella città di Bologna tre intense giornate di studio, non semplicemente alla luce dei tempi moderni, ma animate da un progetto più profondo: contribuire al risveglio dell’essere umano, oggi assopito e obnubilato nella sua essenza primigenia.

 

Rito Scozzese Antico ed Accettato il Tempio
Rito Scozzese Antico ed Accettato Stemma

Nel corso dell'ultima giornata, è intervenuta anche l’associazione culturale "La Città Ideale2014", realtà autonoma e indipendente dal Rito Scozzese, che ha presentato il volume “Il Rito Scozzese Antico e Accettato – L’ineffabile Ordine tra Legenda, Mito e Realtà”, scritto da Alfio Manoli e pubblicato da Edizioni Giuseppe Laterza. Il testo si propone come riflessione sulla bellezza dell’esperienza iniziatica, esplorata attraverso una suggestiva narrazione che stimola il lettore ad attingere alle proprie risorse interiori utilizzando lo spirito laico e culturale.". 

 





In questo contesto di alto spessore simbolico e morale, si è levato anche il pensiero di Giuseppe Davico, membro di Citta Ideale. 

Nella sua riflessione, Davico denuncia con lucidità il declino dei valori razionali e morali nella società contemporanea, attribuendolo all’esaltazione dell’emotività, al consumismo dilagante e alla perdita di autodisciplina successivi al secondo dopoguerra. 

L’essere umano, secondo Davico, si è abbandonato ai vizi e agli istinti, lasciandosi manipolare da una commercializzazione basata su pulsioni primordiali e sulla competitività. 

Rito Scozzese Antico ed Accetatto 220° Anniversario Stemma

A suo avviso, solo il recupero delle virtù – Giustizia, Fortezza, Temperanza e Prudenza – possono restituire dignità all’individuo. 

In questa prospettiva, invita gli Ordini iniziatici – e in particolare il Rito Scozzese Antico e Accettato – a tornare ad essere "Fari Etici" e "Guide Spirituali" per un’umanità ferita, riscoprendo e incarnando i valori fondanti della Tradizione.

Su questo sfondo si colloca l'intervista al dott. Alfio Manoli, figura di riferimento del Rito Scozzese A.A. in Italia, che ci accompagna in un viaggio tra memoria ed impegno, tra passato glorioso, da non consegnare all’oblio, presente e futuro da proseguire nel solco della Tradizione Autentica, legati da un unico filo conduttore che possa permettere all’iniziato di scoprire le origini esoteriche e non solo artistiche dell’interrogativo. Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo.

 

Dott. Manoli, nei giorni 29 e 30 e 31 maggio 2025 si è svolto a Bologna un incontro molto significativo. Ce ne può parlare?

 

Sì, con grande emozione. Abbiamo celebrato il 220° anniversario della costituzione del Supremo Consiglio di Rito Scozzese Antico e Accettato per l’Italia, che vide la Luce in Francia il 16 marzo del 1805 e poi installato in Italia il 20 giugno dello stesso anno. L’evento si è tenuto nella splendida cornice storica dell’Hotel Carlton di Bologna, luogo che per tre giorni ha ospitato le nostre attività rituali e celebrative.

 

Chi ha partecipato a questa commemorazione?

 

All’adunanza annuale hanno preso parte gli appartenenti all’Ordine iniziatico denominato Grande Oriente d’Italia di Rito Scozzese Antico e Accettato – Palazzo Penco - provenienza Piazza del Gesù. È un percorso avviato, con discrezione e dedizione, nel solco della Tradizione nel 1908, a seguito della avvenuta scissione della Massoneria italiana, con la conseguente nascita delle due Comunioni che presero il nome dalle sedi rispettivamente occupate, ovvero Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù.  

Abbiamo anche avuto il piacere di accogliere delegazioni estere di Supremi Consigli appartenenti all’A.I.M.E., l’Alleanza Internazionale Massonica Scozzese, organismo composto da più di 40 Supremi Consigli di R\S\A\A presenti nei continenti: Europeo, Americano, Africano e Asiatico.

In particolare erano presenti i vertici del:

Supremo Consiglio R\S\A\A\ Giurisdizione della Francia (1804) - fondatore del Supremo Consiglio d’Italia (1805);

Supremo Consiglio R\S\A\A\Giurisdizione del Belgio (1817);

Supremo Consiglio R\S\A\A\Giurisdizione della Romania (1881);

Supremo Consiglio R\S\A\A\Giurisdizione della Serbia (1912);

Supremo Consiglio R\S\A\A\Giurisdizione della Croazia (2003).

Sono inoltre giunti numerosi messaggi di augurio e fraterna vicinanza da parte di altri Supremi Consigli membri dell’AIME.

 

Qual è stato lo spirito che ha animato questi giorni?

 

Direi fratellanza e familiarità. Si è respirata un’aria autentica di comunione, di ascolto reciproco e di riflessione condivisa. Abbiamo svolto i nostri lavori rituali con serietà, ma anche con la consapevolezza del momento storico complesso in cui ci troviamo, dentro e fuori dal mondo iniziatico.

 

Avete affrontato anche temi attuali e delicati legati alla realtà degli Ordini iniziatici. Quali sono stati i punti salienti?

 

Sì, abbiamo parlato con franchezza della preoccupante situazione che riguarda attualmente il Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani e di riflesso la Gran Loggia Regolare d’Italia – G.L.R.I.. Ci troviamo di fronte a dinamiche divisive che stanno minando il clima di serenità  non solo all’interno degli Ordini iniziatici nazionali ma, ancor più grave, è la distanza siderale e la crescente sfiducia che si sta diffondendo fra la compagine latomistica, i cittadini e le Istituzioni, in tutte le sue articolazioni intese.

 

Lei ha pronunciato parole molto forti e sentite a riguardo. Vuole condividerle anche con i nostri lettori?

 

Con piacere. Ho sentito il dovere di richiamare all’unità e alla fratellanza, ricordando un fatto spesso dimenticato: entrambe le obbedienze alle quali ho fatto riferimento, provengono da un’unica radice, cioè il Grande Oriente d’Italia - Palazzo Giustiniani. Questo dato storico e identitario dovrebbe bastare per sospendere ogni ostilità e cercare, insieme, una via d’uscita. La frammentazione indebolisce, la concordia costruisce. Siamo tutti figli dello stesso seme iniziatico.

 

Un appello che suona molto simile al pensiero di Giuseppe Mazzini. Lo ha evocato consapevolmente?

 

Assolutamente sì. Mazzini non fu solo un politico, filosofo, giornalista o patriota, ma per alcuni storici è stato anche un iniziato, un fratello, un libero pensatore che ha sempre cercato di unire, non di dividere. Quando affermava che “la vera unione nasce solo dal sacrificio delle differenze e dall’amore per una causa più grande”, indicava una via che oggi dovremmo riscoprire.

In tempi come questi, segnati da smarrimento e contrapposizioni, è nostro compito – come uomini portatori di Luce – tornare allo spirito dei fondatori, ritrovare le radici comuni e camminare, anche se con percorsi diversi, verso un orizzonte di armonia.

 

Possiamo allora dire che questo 220° anniversario non è stato solo una celebrazione, ma anche un impegno per il futuro?

 

Esattamente. È stato un momento di memoria, certo, ma soprattutto un’occasione per rinnovare un patto etico e iniziatico. La Storia ci chiede di essere custodi e al tempo stesso costruttori. E, come ci insegna il Rito Scozzese, dobbiamo farlo non con le armi della divisione, ma con gli strumenti del pensiero, dell’Amore fraterno e della Luce interiore.

 

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