La Pasqua
- Tommaso Garofalo
- 21 apr
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 22 apr

La Pasqua, nella sua profondità esoterica, è ben più di una semplice commemorazione religiosa: è un archetipo vivente del passaggio, della trasformazione interiore, della morte e rinascita dell’animo umano.
Al di là dei simboli esteriori, essa custodisce un messaggio universale che parla al cuore di chi è disposto a varcare la soglia del visibile per entrare nel mistero dell’invisibile.
Nel linguaggio esoterico, la Pasqua rappresenta il superamento dell’io inferiore, l’abbandono delle vecchie forme dell’essere, delle paure, dei condizionamenti e delle illusioni che tengono l’anima imprigionata. La croce, in questa lettura, non è solo strumento di sofferenza, ma alchemico punto d’incontro tra materia e spirito, tra orizzontale e verticale, tra tempo e eternità. La crocifissione dell’ego prepara il terreno per la resurrezione del Sé superiore.
Questa resurrezione non è da intendersi come evento esterno o lontano nel tempo, ma come possibilità sempre presente: è il momento in cui l’uomo si risveglia alla sua vera natura, riconoscendo in sé la scintilla divina. È una rivoluzione animica, silenziosa ma radicale, che trasforma la visione del mondo e la relazione con gli altri.
Chi risorge spiritualmente diventa un essere nuovo, capace di amare con più verità, di scegliere con più libertà, di vivere con più pienezza.
Ogni Pasqua diventa così un invito a entrare nel sepolcro interiore, a confrontarsi con le proprie ombre, per poi uscirne trasfigurati. È il cammino dell’iniziato, che accetta di morire a ciò che non è essenziale per poter rinascere alla luce del proprio centro. E in questo cammino, la sofferenza non è negata, ma trasfigurata: diventa occasione di consapevolezza, di maturazione, di espansione della coscienza.